Editoria online, social network, lo shopping online hanno guidato le sorti della nostra economia durante e post Lockdown.
Il 2020 è stato un anno epocale che ha portato molti cambiamenti nella nostra routine professionale e personale. Il business di ogni settore ha dovuto trovare nuove strategie per poter arrivare ai fruitore finali, continuando ad offrire loro una User experience in linea con i trend di comunicazione del momento. L’ Imprenditoria italiana, ma anche quella globale, ha cambiato volto andando ad innescare dei nuovi meccanismi per l’editoria digitale.
Ma ora, andiamo a conoscere la protagonista di questo digital speech e insieme a lei andremo ad argomentare la nuova tematica di oggi.
Valentina Brini – Caporedattrice Lifestyle
Il mondo del giornalismo è in perenne mutamento e gli ultimi eventi storici che hanno coinvolto la nostra società non hanno fatto altro che sottolineare questa sua evoluzione. Sicuramente l’emergenza sanitaria che abbiamo vissuto e che stiamo tuttora vivendo, ha plasmato radicalmente il modo di fare e ricevere le informazioni.
La comunicazione è esplosa e con lei tutte le sue potenzialità: se prima il giornalismo digitale era considerato una sorta di giornalismo di serie B, ad oggi la crescita dell’informazione online è ai massimi storici. In realtà, non c’è da stupirsi considerando che da Febbraio 2020 abbiamo vissuto una vita quasi perennemente connessa all’interno delle mura domestiche.
Abbiamo rivoluzionato il nostro modo di vivere e allo stesso tempo abbiamo cambiato le nostre abitudini più comuni. Siamo rimasti chiusi in casa e uno dei più grandi compagni della nostra vita in quarantena è stato proprio il web. Leggere un quotidiano online è diventato molto più immediato e quasi un automatismo di routine, un po’ quanto bere un caffè.
Siamo stati bombardati da news e questo ci ha spinto ad interagire molto di più come lettori digitali. In realtà, questo cambiamento l’ho vissuto anche io che da sempre scrivo per il digitale. Anche il lavoro di un caporedattore di una sezione lifestyle (dedicata quindi al benessere, moda, beauty e temi femminili) si è stravolto in questo periodo post Covid-19.
Tu lavori in redazione e con i tuo staff effettuate delle programmazioni per veicolare la comunicazione sul magazine online. Come e quanto ha modificato la pandemia il tuo lavoro?
Devo essere sincera: prima che iniziasse la pandemia avevo già abbozzato una programmazione editoriale con tutti gli eventi del 2020 e gli spunti più interessanti per i mesi a venire.
Poi è arrivata la Milano Fashion Week di Febbraio e da lì è cambiato tutto. Tra le prime restrizioni e l’inizio di un primo Lockdown, abbiamo iniziato a vivere un’emergenza sanitaria mai vista prima. Mi sono fermata a riflettere sul mio lavoro e ho consultato il direttore di Social Up Magazine: scrivere di moda e lifestyle mentre fuori dalla finestra è in atto una pandemia globale non è semplice. Parlare di moda, dei trend di stagione e di come riuscire ad accaparrarsi un
a borsa in saldo non mi sembrava assolutamente appropriato e, soprattutto, utile. Chi aveva la testa per pensare ai saldi di fine stagione?
Ho sempre pensato che il fine del giornalismo dovesse essere aiutare, rendersi utile in qualche modo e, soprattutto, riflettere il periodo storico intorno a lui. E così ho portato avanti la mia idea e mi sono rimessa in gioco anche grazie al mio team di redattrici: abbiamo invertito la rotta, abbiamo cercato di metterci nei panni dei nostri lettori e capire cosa poteva dar loro sollievo e spensieratezza.
Ho “stracciato” la vecchia programmazione del 2020 e ne ho creata una nuova insieme al mio team dal nulla. Sono nati i primi articoli lifestyle su come rendere più piacevole la quarantena forzata, cosa fare per migliorare la propria routine e cosa inventarsi per stare bene con se stessi senza lasciarsi prendere dalla tristezza quotidiana.
Il Fashion System è stato messo a dura prova andando a colpire tutta la filiere. Immagino che non sia stato particolarmente semplice dover fronteggiare la comunicazione di questo settore. Ce ne vuoi parlare?
E’ stato un periodo assurdo: sia per il nostro lavoro che per le nostre aspettative. In un qualche modo non volevamo essere inopportuni, effimeri e fuori contesto. Si sa, spesso scrivere di moda e di costume viene considerato come puro intrattenimento fine a se stesso.
Non penso sia assolutamente così e anche questa volta abbiamo voluto dimostrarlo, sottolineando la vicinanza di quel “giornalismo più leggero” ad una società in cambiamento e spaventata dalla situazione. In realtà, tutti i grandi giornali di moda e quotidiani con relative rubriche hanno iniziato a proporre spunti interessanti e ad affrontare il tema Coronavirus da tantissimi punti di vista analizzando il contesto in cui la nostra società si stava plasmando.
Non solo comunicazione editoriale. I social Network hanno reso possibile le connessioni digitali, andando ad attenuare le distanze fisiche, non trovi?
Esattamente, in aiuto sono arrivati anche gli strumenti digitali e interattivi: dai social media come Instagram e Facebook alle nuove piattaforme come Tik Tok. La comunicazione è esplosa a 360 gradi e i giornalisti digitali hanno saputo cogliere questo cambiamento proponendo dibattiti e occasioni di intrattenimento digitale.
Dalle dirette instagram alle stories con i link agli articoli: il giornalismo digitale ha sfruttato completamente la potenza del web. Ed è proprio in questo periodo che le persone hanno iniziato a capire le potenzialità del digitale e della sua comunicazione: le visualizzazioni degli articoli sono aumentate e, dato il tempo casalingo a disposizione, i lettori hanno iniziato ad interagire molto di più rispetto a prima.
La digitalizzazione è in continua evoluzione e questo, in parte, lo possiamo attribuire alla situazione attuale?
Se potessimo attribuire una sola cosa positiva a questo marasma di negatività, sicuramente ci sarebbe lo sviluppo della comunicazione digitale nella nostra quotidianità. Ed è per questo che il giornalismo online non dovrebbe essere classificato inferiore a quello classico, cartaceo.
Il fine di entrambe le tipologie di giornali è l’informazione, più o meno settoriale, e la velocità della società in cui viviamo ci impone di stare al passo con i tempi. Le notizie devono stare al passo, arrivare da una parte del mondo ad un’altra e nel minor tempo possibile.
Il 2020 è stato un anno particolare in cui abbiamo iniziato a capire le potenzialità reali di un giornalismo che cambia e che è, in un qualche modo, costretto a cambiare insieme a noi.
Ringrazio Valentina Brini per aver partecipato al digital speech e per aver condiviso la sua esperienza nell’editoria digitale. Un ulteriore ringraziamento va anche a tutti coloro che hanno preso parte alla diretta e per ulteriori info curiosità ti invito a contattare direttamente la relatrice.